sabato 21 febbraio 2015

Cenerentola: la fiaba, i libri, i film

L’incipit più famoso delle fiabe “C’era una volta..” racchiude in sé già l’idea di essere trasportati in un altro spazio-tempo, generalmente collocati in un indefinito passato ove tutto è possibile e la magia regna incontrastata divenendo motore degli accadimenti nella maggior parte dei casi. Fin dal principio narrativo della fiaba è quindi chiaro che gli accadimenti non si riferiscono al mondo concreto esterno ma a quello interno psichico e la “lontananza” favorisce una proiezione dei sentimenti personali. Parlando per immagini le fiabe stimolano queste stesse immagini dentro di noi e le nostre possibilità di sviluppo. Nel momento della crescita, quando il bambino non agisce e reagisce ancora con la sfera razionale, ma attraverso un pensiero intuitivo in cui i sentimenti prevalgono e le associazioni causa-effetto sono ancora prelogiche, il contesto fantastico della fiaba è estremamente funzionale. I personaggi, ben definiti, devono affrontare prove difficilissime, con vittorie eclatanti o sconfitte disastrose e vivono sentimenti di grande tenerezza ed amore oppure, all'opposto, di odio e violenza inauditi. Si potrebbe pensare che questa “crudezza” possa essere dannosa per la formazione dell’individuo, al contrario, invece, le fiabe presentano sempre in termini simbolici un problema da risolvere, di solito una situazione drammatica, di conflitto o pericolo di vita del protagonista, ma indicano anche il modo, sempre simbolico, di come uscirne. In questo senso infatti la fiaba svolge un importante ruolo psicologico nella vita del bambino (e non solo, io ritengo) perché essa è destinata a coinvolgerlo, divertirlo e spaventarlo, aiutandolo al tempo stesso a sviluppare immaginazione e creatività, a conoscere se stesso e la realtà, a comprendere ed esprimere le emozioni, ad accettare le difficoltà ed a cercare una soluzione per superarle.


Dopo questa breve introduzione, veniamo alla fiaba di cui vorrei parlare oggi, in previsione dell’uscita nelle sale della nuova versione cinematografica, marchiata Disney e firmata niente meno che da Kenneth Branagh, di Cenerentola.


Tutti conosciamo la trama della vicenda; la protagonista bella e buona, ma terribilmente sfortunata, viene privata prima della madre, poi del padre e costretta ad una vita di umiliazioni e sofferenze con una matrigna e due malvagie sorellastre. Alla fine tuttavia sarà ricompensata e riuscirà a conquistare il suo “regno”. Cenerentola è una delle fiabe classiche con una tradizione narrativa molto antica e la ritroviamo in varie parti del mondo e in diverse version. Con il passare del tempo, alcuni aspetti legati a specifici contesti storico-geografici sono venuti a mancare, mentre permangono ancora i temi centrali che hanno valore universale. L'origine di questa fiaba è antichissima, sembra sia comparsa in forma scritta per la prima volta in Cina nel IX secolo a.C., ma chiaramente era una storia già conosciuta e tramandata per via orale. Un’origine così antica ci rende chiaro che i temi centrali di questa storia riguardano i vissuti di ogni individuo fin da tempi lontani. La più nota versione che conosciamo tutti oggi è quella di Charles Perrault (1680), diffusasi nel mondo occidentale ed alla base anche di tutte le riduzioni cinematografiche , dall'invenzione della macchina da presa in poi.


Tornando ai temi principali di questa fiaba, due tipi di problematiche sono fondamentali:
-i rapporti familiari
-il percorso di crescita che porta, attraverso lo sviluppo, al superamento di situazioni critiche.

Per il primo punto ritroviamo alla base una evidente rivalità fraterna: le condizioni di isolamento ed umiliazione che deve subire Cenerentola, rispecchiano lo stato d’animo del bambino quando arriva un fratellino o quando lui stesso si inserisce in un nucleo familiare in cui sono già presenti altri bambini. Il bambino sa di non essere trattato male nella sua famiglia e che la mamma non è una “matrigna cattiva”, eppure in alcune situazioni prova proprio questi sentimenti che nella fiaba sono espressi in modo simbolico e quindi non pericoloso. Inoltre, il bambino non riuscendo a proiettarsi in un futuro, non ha fiducia che poi tutto si risolverà, per cui trova conforto nella soluzione di fantasia che la fiaba gli offre. La matrigna viene sostituita dalla fata buona e i sacrifici saranno ricompensati con la “vittoria” sui rivali. Il fatto poi che ci sia una matrigna e non una mamma, aiuta il bambino a gestire sentimenti contraddittori che spesso prova nei confronti dei genitori e lo salva dai sensi di colpa che potrebbe provare e che potrebbero compromettere i rapporti con la madre. Inoltre, la presenza della matrigna è funzionale a far sviluppare una personalità indipendente del bambino che deve potersi staccare da loro e percorrere poi la sua strada, cosa che invece non fanno le sorellastre poichè non si staccano dalla loro madre. Nella fase che precede il ballo ritroviamo anche una graduale conquista di autonomia da una fase iniziale di passività: Cenerentola si dà da fare per creare le condizioni che le possano permettere di realizzare il suo desiderio, sbriga tutti i lavori e si prepara un vestito. E’ la prima volta che la protagonista compie qualcosa in autonomia e per se stessa , ribellandosi inizialmente e chiedendo di poter partecipare al ballo come è suo diritto. Ma gli strumenti in suo possesso non sono sufficienti a farle raggiungere l’obiettivo ed è qui che interviene l’adulto potente, la fata nel nostro caso, che la spinge ad aver fiducia in se stessa e ad affrontare il mondo esterno, donandole gli strumenti per poterlo fare. Assistiamo quindi ad un cambiamento di identità possibile grazie alle proprie possibilità, sostenute da qualcuno che le capisce e le apprezza infondendo coraggio.


Cenerentola è anche la fiaba della speranza nel cambiamento e nella possibilità di poter modificare la propria vita e trasmette un’importante legge dell’esistenza: quando non si vede la via d’uscita da una situazione buia, la possibilità di riscatto e salvezza può venire sia da un intervento esterno, sia dalle risorse che abbiamo in noi stessi.


Vi suggerisco poi la consultazione di questo manuale di recente uscita, valido strumento per conoscere il mondo della fiaba e poterlo utilizzare anche in modo mirato.





Di seguito un elenco di versioni ed edizioni di Cenerentola da sfogliare anche solo per la bellezza delle illustrazioni.




I Racconti di Mamma Oca, Charles Perrault, Piemme (Collana Il Battello a Vapore), 2014
L'ultima edizione completa dei racconti di Perrault nella versione originale




Cenerentola, Gallucci 2012
Il classico di Charles Perrault in una edizione illustrata da Charlotte Gastaut





Cenerentola, di Marion Billet, Panini (Collana Fiabe da toccare), 2009
Una versione coloratissima e da toccare per i più piccini.




Cenerentola raccontata nel mondo, Fabienne Morel e Gilles Bizoueme, Sonda, 2009
Per chi vuole conoscere le Cenerentole del Mondo




Le altre Cenerentole. Il giro del mondo in 80 scarpe, Vinicio Ongini, Sinnos, 2008




Le Cenerentole del mondo. Oltre la fiaba, le culture, le storie, Marinella Letico, Ornella Sardo, Edup, 2011




Cenerentola, una favola in diretta, AA VV, RAi-Eri, 2013
L'artbook "Cenerentola. Una favola in diretta" è stato progettato da Andrea Andermann, ideatore e produttore dell'omonimo film, il cui DVD è contenuto nel libro. Basato sulla celebre opera lirica "La Cenerentola" di Gioachino Rossini, eseguita dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da Gianluigi Gelmetti, e con la regia di Carlo Verdone. Il film è arricchito dalle immagini dell'animazione diretta da Annalisa Corsi e Maurizio Forestieri. A ciò si aggiunge la versione tradotta da Carlo Collodi della celebre favola, inserita all'interno di una tasca del libro, e il "Gioco del Cervo", una rivisitazione del "Gioco dell'Oca" con tabellone a tema e con le pedine dei personaggi del film.




Cenerentola, Kveta Pacovska , Nord-Sud, 2010
La celebre favola arricchita dalle originalissime illustrazioni di Kveta Pacovska: forti contrasti, colori accessi, frammenti argentati.




Cenerentola, Antonella Abbatiello, Rizzoli (Collana Fiabe da ascoltare), 2005




Cenerentola, Cristina Pieropan, Nuages, 2010



Cenerentola pop up di Matthew Reinhart Mondadori, 2006

Uno spettacolo per gli occhi.

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Per quel che riguarda il cinema, se volete farvi una cultura sulle Cenerentole, ecco i film da vedere assolutamente:



Cinderella (1914) diretto da James Kirkwood

Mary Pickford, la fidanzata d'America interpreta i panni della povera Cenerentola, mentre il princpe azzurro dell'occasione è Owen Moore, suo primo marito nella vita reale. E' un film muto musicato da Donald Sosin. Resta un cimelio conservato alla Library of Congress. Da vedere per la meraviglia dei costumi, un mix di fantasia e creazioni alla moda dell'epoca e per gli effetti magici resi con la tecnica di sovrapposizione di immagini.




Cenerentola (1950) diretto da Wilfred Jackson, Hamilton Luske e Clyde Geronimi.

Il film di animazione della Disney (il 12° lungometraggio) è sicuramente la versione più nota. Cenerentola fu il primo lungometraggio corposo prodotto dallo studio dopo Bambi nel 1942; la seconda guerra mondiale e i bassi rendimenti al box office avevano costretto Walt Disney ad abbandonare le costose produzioni di lungometraggi interamente animati. Parte importantissima ed originale nelle produzioni Disney rispetto ad altri è l'importanza della colonna sonora e delle canzoni, scritte appositamente per la pellicola. "I sogni son desideri" e "Bibbidi Bobbidi Bu" sono canzoni che diventeranno famose anche al di fuori del film e saranno interpretate dai grandi della musica come Perry Como e le Fontane Sisters. Il film ottenne 3 nomination agli Oscar e Walt Disney ottenne una menzione speciale al Festival di Venezia.





La scarpetta di vetro (1955) Diretto da Charles Walters.
Questo film musicale (genere di gran moda all'epoca) con Leslie Caron, Michael Wilding, Elsa Lanchester e Estelle Winwood. La storia si differenzia chiaramente dalla fiaba originale, ma ne mantiene il filo conduttore. Delizioso per le atmosfere magiche e spensierate che solo i film di quel periodo riuscivano a trasmettere.




La leggenda di un amore - Cinderella (1998) diretto da diretto da Andy Tennant ed interpretato da Drew Barrymore.
Questo film è una rilettura della fiaba di Cenerentola e documentario della vera storia di Danielle De Barbarac.
Anche se nel film la storia di Cenerentola viene raccontata come se fosse vera, collocandola in un luogo e in un tempo specifico, il contesto storico reale è comunque modificato ad uso della sceneggiatura, incorrendo in inesattezze storiche legate ai personaggi realmente esistiti (vedi Leonardo da Vinci) che però non ne minano la godibilità. Un nota per Anjelica Huston :nei panni della matrigna...fantasticamente crudele e sprezzante.


Da citare anche due cortometraggi che fanno parte ormai della storia della cultura popolare americana.

"Poor Cinderella", primo cortometraggio a colori della sere con Betty Boop del 1934 e "Swing Shift Cinderella" del 1945 diretto dal grande Tex Avery in cui Cenerentola diventa una moderna starlette e diva del palcoscenico.


Chiudo lasciandovi la suggestione del trailer del film che uscirà a marzo. Le aspettative sono alte!!









Lisa Emiliani, libraia della Libreria dei ragazzi Il Mosaico

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